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STATICI VOLTEGGI

Gli aquiloni di pietra sono metafora degli orizzonti della contemporaneità. Alludono a un impulso vitale e libertario, a un bisogno di leggerezza e di giocosa semplicità. Perché in fondo l’aquilone dovrebbe essere un oggetto libero di volare e fluttuare nell’aria, un oggetto delicatamente ancorato, con un sottile filo, nelle mani dell’uomo. Ma gli androidi di Sala si dibattono con aquiloni di pietra che non possono cavalcare le correnti aeree, che non possono ondeggiare, pencolare, urtare, sbalzare, e risalire intanto che - come si dice - prendono il vento. E come nei versi di pascoliana memoria, anche questi aquiloni possono accendere amare riflessioni sull’esistenza, nel momento in cui osserviamo il loro sublimarsi in una materia che ha la leggerezza delle nuvole, ma che contiene l’oscurità del buio pece della notte. Con gli aquiloni l’autore ci disvela altri scenari. Emerge uno sguardo freddamente documentario sul sentimento dell’oppressione e sulla «magnifica illusione» dell’arte, un linguaggio che, al di fuori del potere e del suo sistema di controllo, coltiva l’utopia degli aquiloni di pietra, appunto! (Gianfranco Ferlisi)

©2019 Giovanni Sala